[LEGAL DESIGN] Informative privacy ben strutturate aumentano la competitività dell’azienda

Nel precedente articolo sul Legal Design, abbiamo visto come i contract design mettano al centro l’utente finale, incrementando il potenziale di crescita dell’azienda che li utilizza su diversi fronti. Gli stessi principi sono applicabili anche alle Informative Privacy, la cui mission, è bene ricordarlo, è quella di informare l’utente sulle tipologie di trattamento a cui i suoi dati verranno sottoposti.
In particolare, l’utilità di questi documenti si manifesta nelle attività di marketing ove il consenso dell’utente deve essere sempre raccolto prima della sua sottoposizione qualsiasi trattamento e sarà facilmente ottenibile solo attraverso l’adozione di un approccio più user-centered.

L’informativa privacy per il marketing

Il primo vantaggio consiste nel potenziale incremento di dati personali acquisiti, perché un’informativa privacy semplice, chiara e ben scritta, basata su una comunicazione trasparente, viene premiata con la fiducia da parte degli utenti. Il cliente, perciò, sarà maggiormente invogliato a fornire il proprio consenso al trattamento dei propri dati.
L’azienda potrà così sviluppare profili specifici dei suoi clienti, tali da garantire loro sempre una migliore esperienza e, quindi, fidelizzarli ai propri servizi e prodotti.

Per esempio, in alcune informative online è possibile spuntare la casella che riporta una dicitura simile a “i tuoi dati saranno utilizzati per future attività di marketing”.
L’utente medio si spaventa (letteralmente) di fronte a tale prospettiva: immagina di essere inondato di mail, chiamate, messaggi pubblicitari che non vuole ricevere, perché (inconsapevolmente) li ritiene poco utili per la sua esperienza.
Se, invece, l’attività di marketing viene descritta nella sua sostanza (può trattarsi di offerte su prodotti già acquistati, sconti su prodotti correlati), il consumatore sarà predisposto a conferire i propri dati perché sa cosa avrà in cambio.

L’informativa privacy per un’organizzazione più efficace

In secondo luogo, un’informativa ben strutturata mantiene in buona salute i processi e l’organizzazione aziendale, riducendo il rischio di causare danni rilevanti agli utenti finali che comporterebbero investimenti nella risoluzione delle problematiche piuttosto che nella creazione di profitti.
Un’informativa privacy ben strutturata (sia di design, ma anche “standard”) può essere equiparata al “bugiardino” dei medicinali, perché svolge la stessa funzione di informazione in un’ottica di prevenzione, precauzione e salvaguardia del soggetto a cui si rivolge.

Le classiche informative privacy diventano, quindi, inutili?

Assolutamente no, purchè rispettino certe condizioni.
Non si deve totalmente escludere l’utilità di un’informativa che appare come un unico testo scritto, perché se trasparente, intellegibile e facilmente comprensibile (come previsto dall’art. 12 del GDPR), sarà utilizzata come mezzo di informazione ulteriore e più specifico.
Si parla in questo caso di stratificazione delle informazioni: l’utente con un’informativa privacy di design può individuare “a colpo d’occhio” le informazioni di cui ha bisogno, per poi approfondirle nell’altro testo dove troverà maggiori specifiche.

Suggerimenti per la costruzione dell’informativa privacy

La creazione di tale documento è tutt’altro che immediata e, lo ripetiamo, essendo user centered, il suo studio e la sua progettazione devono essere focalizzati sul target di utenti finali.
Ci sono, però, dei criteri redazionali da tenere in considerazione sin da subito. In particolare:

LINGUAGGIO

  •  chiaro, preciso, semplice, molto vicino alla lingua comune parlata (eventuali termini tecnici possono essere indicati tra parentesi);
  •  stile diretto e attivo;
  • utilizzo di parole semplici, se possibile con poche sillabe;
  • frasi corte (massimo 20 parole);
  • evitare le subordinate (meglio più frasi che una sola e molto lunga).

LAYOUT

  •  efficace e succinto;
  • suddivisione in paragrafi ed utilizzo di elenchi puntati (i paragrafi lunghi confondono il
    lettore);
  • caratteri non troppo piccoli e standard (per esempio, il Times New Roman a carattere 9);
  • evitare il corsivo e il sottolineato, perché possono rendere difficile la comprensione della
    parola;
  • utilizzo di colori e differenziazione per evidenziare avvertenze particolari;
  • uso di immagini e icone standardizzate.

Sull’utilizzo di immagini e icone standardizzate è intervenuto anche il Garante Privacy che ha indetto un contest diretto a sviluppatori, avvocati, designer, e chiunque fosse interessato, invitandoli a dare forma al suo invito: “Informative Privacy più chiare grazie a simboli e icone? È possibile”.
La finalità era individuare delle icone che rispettassero i principi sopra descritti, come previsto dall’art. 12 GDPR e del Considerando n. 58.
Sono stati scelti 4 progetti vincitori nei quali sono state descritte visivamente tutte le principali informazioni necessarie affinchè un’informativa sia funzionale, così da facilitare la navigazione nel testo da parte dell’utente.
I progetti sono usufruibili da tutti, ma sono soggetti alla disciplina delle Licenze Creative Commons e, quindi, in caso di utilizzo dovranno essere rispettate le specifiche indicazioni.

Veronica Zanibellato

Veronica Zanibellato

Nata a Padova, laureata presso l’Università degli Studi di Padova, è stata abilitata alla professione forense nel 2020. Legal specialist presso società bancarie e immobiliari, occupandosi della redazione e della revisione dei contratti ha contribuito alla redazione di modelli contrattuali semplificati, volti a garantirne la trasparenza e l’equilibrio tra le parti coinvolte secondo l’applicazione del legal design. Si occupa di diritto civile, diritto societario, diritto immobiliare e contrattualistica. Pratica tennis e nuoto, nel tempo libero ama fare escursioni o leggere un buon libro.